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Infiammazione al tendine d'achille


Il tendine d’Achille (tendine che collega i muscoli del polpaccio al calcagno, l’osso del tallone) rappresenta uno dei tendini più importanti del corpo umano, in effetti è soggetto a carichi notevoli, si parla di tensioni che arrivano a misurare 300 Kg di forza durante la corsa ma che possono arrivare fino a 600 kg in certi gesti atletici di potenza pura.

 

Oltretutto, questo tendine riveste un grande interesse dal punto di vista ortopedico, in quanto frequentemente soggetto a lesioni, che vanno dal semplice stiramento alla rottura completa.

 


Come prevenire le lesioni del tendine d’Achille


Le lesioni del tendine d’Achille sono spesso subdole, perché causate da molteplici microlesioni date da ripetuti sovraccarichi, che poi sfociano improvvisamente in un infortunio, apparentemente inspiegabile. Prevenire queste microlesioni significa dare il giusto recupero dopo un allenamento intenso.

Ovviamente il periodo di recupero deve essere ponderato in relazione all’età e allo stato di forma fisica del soggetto in questione. Indicativamente un amatore di età compresa tra i 35 e i 50 anni, dovrebbe lasciare un giorno di riposo tra un allenamento e l’altro: sia che lo sport in questione sia la corsa, sia che sia il sollevamento pesi.


Indossare calzature e calze idonee allo sport in questione. Eseguire stretching e un buon riscaldamento prima di iniziare l’attività sportiva sono abitudine che possono aiutare a prevenire l’infortunio. Infine non meno importante è raggiungere e mantenere il peso forma: chi è in sovrappeso è statisticamente più esposto alle lesioni e alle infiammazioni del tendine d’Achille.

 


Come capire se c’è una lesione totale del tendine d’Achille


La lesione del tendine d’Achille deve essere diagnosticata da un professionista. Quindi per essere sicuri, recativi in pronto soccorso al più presto. Tuttavia la manovra di diagnosi è di semplice applicazione e anche un profano può carpire qualche informazione utile per orientarsi sulla gravità della situazione.

 

Il test in questione si chiama: test di Thompson. Questo test si esegue con il paziente prono, ovvero a pancia in giù. Si schiaccia il polpaccio come per volerlo spremere e si guarda se il piede si muove. Se il piede sta fermo allora è molto probabile una lesione totale del tendine. In concomitanza si dovrebbe poter osservare un avvallamento proprio trasversalmente al tendine, dove verosimilmente è avvenuta la rottura.

 

Sintomi comune della tendinite

 

La tendinite del tendine d’Achille colpisce una vasta popolazione ma in particolar modo chi corre abitualmente.

Il dolore è localizzato proprio nella parte terminale del polpaccio dove si trova appunto il tendine d’Achille, ma si può irradiare anche sotto il tallone e talvolta si può confondere con la tallonite.

 

Cause comune della tendinite al tendine d’Achille

 

Il tendine d’Achille essendo il tendine su cui convergono i più potenti flessori plantari del corpo è spesso soggetto a sovraccarico soprattutto nella corsa, attività in cui si chiede molto in fase propulsiva a questo gruppo muscolare.


Alcune delle cause più frequenti sono:


1. la progressione troppo rapida nell’aumentare i chilometri percorsi. (ricordiamo ancora la regola dell’aumento del 10% massimo della distanza percorsa settimanalmente)

2. delle calzature troppo rigide costringono il tendine a sobbarcarsi tutta l’attività di ammortizzare le sollecitazioni, inducendo un sovraccarico.

3. un sovraccarico tendineo può verificarsi anche quando la suola della scarpa è troppo alta sul tallone, obbligando il piede al lavorare più sulle punte, ciò tende a sovraccaricare il polpaccio e il tendine d’Achille.

4. l’allenamento in salita induce un sovraccarico del polpaccio e del tendine d’Achille poiché il baricentro del corpo avanza sul piede aumentando il braccio di leva della gravità ed inoltre il dislivello impone una spinta maggiore per vincere la gravità e salire.

5. l’allenamento alla velocità sollecita maggiormente tutto l’apparato muscolo scheletrico e in particolare proprio il tendine d’Achille, discorso analogo per le superfici asfaltate o troppo dure.

 

Prevenzione e trattamento della tendinite al tendine d’Achille


Ovviamente la prevenzione riguarda il minimizzare e controllare i comportamenti a rischio di sovraccarico del tendine.
Quindi prediligere terreni più morbidi, magari sterrarti.


Scegliere calzature adeguate.
Evitare le corse il salita e programmare bene con l’aiuto di un esperto i carichi di allenamento.


Il trattamento più efficace per le tendiniti è costituito da diversi approccio che ottimizzano il recupero:

1. Il massaggio trasversale profondo, abbinato in fase acuta con terapie antiinfiammatorie come la Tecar terapia o la Laser terapia

2. Lo stretching dei flessori plantari (polpaccio) e quindi del tendine d’Achille.

3. Le contrazioni eccentriche sub-massimali vedi appendice in fondo

4. Una alimentazione ricca di omega 3 (pesce azzurro o integratori) e anti-ossidanti (frutta, verdura e vitamine).


Vediamo insieme come fare l'autotrattamento al Tendine d'Achille.

 

ATTENZIONE! 
Agire solamente in caso di una chiara diagnosi di un medico o di un altro operatore sanitario abilitato!

Trattamento lesione totale e parziale del tendine d’Achille


In genere con una lesione totale del tendine si procede automaticamente alla sutura chirurgica del tendine stesso, seguita da un periodo che va dai 6 agli 8 mesi di riabilitazione prima di tornare all’attività sportiva.


In caso di stiramento o lesione parziale oltre al classico riposo e deambulazione con le stampelle per un mese, è importante associare la fisioterapia. Le tecniche efficaci in questo caso sono il massaggio trasversale profondo e la mobilizzazione articolare, per poi gradualmente aggiungere lo stretching il rinforzo muscolare e infine, dopo qualche mese (dai 4 ai 7) la ripresa dell’attività sportiva.



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